Limone di sorrento Igp
La coltura del limone in Penisola Sorrentina ha una storia millenaria. Qui si è diffusa una cultivar che prende nome dal territorio: il «femminello comune ovale di Sorrento», un limone di colore giallo citrino, dalla buccia di medio spessore, ricca di oli essenziali e dall’aroma e profumo forti e intensi, generoso di succo.
La presenza del limone nell’intera area costiera campana è testimoniata fin dall’antichità. Degli splendidi alberi di limoni sono infatti rappresentati in dipinti e mosaici rinvenuti negli scavi di Pompei ed Ercolano, città distrutte dall’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C.
Il limone continua ad essere coltivato in Penisola Sorrentina in età medievale e moderna, e la diffusione della coltura specializzata è avviata in alcuni fondi gesuitici, come il «Gesù» di Massa Lubrense e il «Cocumella» di Sant’Agnello.
Nel XVIII secolo aumenta la domanda di limone in nord Europa e nel XIX i limoni conquistano anche i mercati americani. È richiesto per le sue molte proprietà benefiche per l’organismo: aumenta infatti le difese naturali, è disintossicante, depurativo, ha funzioni antiremautiche e ipotensive. Ai primi del Novecento si registra la massima produzione e il culmine dell’esportazione sui mercati esteri. Si diffonde così in tutto il mondo occidentale la fama del Limone di Sorrento.
Il limone ovale di Sorrento non è una cultivar definita, ma un insieme di cloni fra i migliori e i più diffusi nella costiera sorrentina. È altamente rifiorente e, se non intervenissero i freddi invernali, fiorirebbe pressoché continuamente durante l’anno.
Grazie all’impegno della cooperativa Solagri, che oggi raggruppa circa 350 produttori, la Comunità europea ha riconosciuto la specificità del Limone di Sorrento e la sua antichità sul territorio e lo tutela con il marchio di indicazione geografica protetta, l’igp.
La stessa Solagri e quattro aziende trasformatrici hanno fondato il Consorzio di tutela del Limone di Sorrento igp.
La zona di produzione del Limone di Sorrento comprende gran parte del territorio dei comuni di Vico Equense, Meta, Piano di Sorrento, Sant’Agnello, Sorrento, Massa Lubrense, Capri e Anacapri. In quest’area il Limone di Sorrento è coltivato secondo un severo disciplinare, che prevede l’uso di tecniche tradizionali e una drastica limitazione dell’uso di concimi e di pesticidi.
Oggi la superficie coltivata a limoneto è di circa 400 ha, mentre la produzione totale di limoni è stimata intorno ai 60.000 q, dei quali approssimativamente 20.000 q costituiscono prodotto igp.
La tutela igp si estende al prodotto trasformato e così i caratteri eccellenti del frutto fresco passano in marmellate, liquori, condimenti a base di olio. Tra i prodotti trasformati preparati con il Limone di Sorrento igp, il più diffuso è sicuramente il limoncello. Oggi le aziende produttrici rappresentano un importante indotto economico per tutta l’area. La produzione certificata nell’anno 2004 è stata di ben 3.225.000 bottiglie, pari a 2.106.000 litri.
Infine va sottolineato che proteggere e valorizzare il Limone di Sorrento significa anche proteggere e valorizzare l’ambiente, il territorio, la cultura rurale e l’intera economia della zona.
Ecco l’elenco delle aziende che hanno fondato il Consorzio di tutela Limone di Sorrento igp:
Casoni S.p.A. - Limoncello di Capri – Piemme - Solagri s.c. – Villa Massa
La tutela del Limone di Sorrento igp
La tutela del Limone di Sorrento igp è un tipo di tutela singolare, rispetto a tutte le altre igp della Comunità europea, perché tutela il limone fresco, così come viene prodotto in natura, ma anche il limone trasformato. In altre parole la legge tutela il Limone di Sorrento anche quando entra in fabbrica per essere trasformato in liquore, marmellata, gelato o sapone. Ne consegue che la vera garanzia del prodotto sta nella bontà del suo ingrediente.
Le ditte che vogliano scrivere sulle loro etichette che il liquore o la marmellata, o il profumo, o il sapone sono di Limone di Sorrento devono realmente impiegare nei loro prodotti i Limoni di Sorrento certificati.
L’organo preposto alla cura dell’igp e a vigilare sulle frodi, con potere di denuncia alle autorità competenti è il Consorzio di tutela Limone di Sorrento igp, riconosciuto dal Ministero delle politiche agricole e forestali come braccio operativo sul territorio.
Non dimentichiamo che tutelare il «Limone di Sorrento» significa garantire un complesso sistema economico e sociale, che coinvolge contadini, agronomi, responsabili qualità, operaie, industriali, contabili, trasportatori, eccetera.
Occhio all’etichetta!
- Sulle confezioni di limoni freschi che acquistate dal fruttivendolo, al mercato o al supermercato, dovrà comparire il marchio della denominazione protetta
- Sui prodotti trasformati, come ad esempio il limoncello o la marmellata, che sull’etichetta sono chiamati «Limoncello al Limone di Sorrento», «Limonetta al Limone di Sorrento», «Marmellata di Limone di Sorrento», per essere veramente originali devono specificare in etichetta in maniera chiara che sono stati prodotti in una località della Penisola Sorrentina o dell’Isola di Capri.
- Sulla stessa etichetta, tra gli ingredienti deve essere indicato il «Limone di Sorrento» igp e specificata la percentuale di limone impiegato.
- Ad esempio se acquistate un liquore di «Limoni di Sorrento», accertatevi che la percentuale di Limoni di Sorrento igp impiegati non sia inferiore a 250 grammi per litro.
- Infine verificate che tra gli ingredienti non compaiano aromi o altre sostanze additivanti.
- La presenza sull’etichetta o sulla confezione del marchio «Limone di Sorrento» igp garantisce ancora di più l’originalità del prodotto.
- Infine un’ulteriore garanzia è la presenza in etichetta del marchio Is.me.cert., che controlla per voi il rispetto delle regole di produzione.